Infuso di frutto misterioso

Umberto, che soffre di mal di gola già da ieri, decide di farsi l’infuso caldo con il frutto misterioso… Si, quello esposto poco lontano dalle formiche essiccate in briciole. Cosa potrebbe andare storto?

Diligente, il mio neomaritino sbuccia e schiaccia il frutto misterioso, ne fa un infuso con il bollitore della nostra stanza, conclude con una vigorosa shakerata e toglie il tappo alla tazza. Poi qualcosa va storto: Umberto esamina il liquido che sembra ancora troppo opaco, dimentica di aver già tolto il tappo e mezza tazza si sparge sul divano e sul tappeto! Il composto tuttavia sembra fare effetto e ben presto il mal di gola passa… Lasciando però uno sgradevole effetto collaterale… La perdita di voce totale!!!

Per fortuna la guida che deve parlare sta bene e quindi ci avviamo verso una delle meraviglie di questa città: i giardini!

Innanzitutto c’è da dire che Suzhou viene chiamata la Venezia dell’Oriente per via dei numerosi corsi d’acqua che la attraversano ed i giardini sono famosi perché si tratta di abitazioni private che nel tempo si sono arricchite di laghetti, ponti, templi, boschetti di canne fino a diventare delle attrazioni molto visitate ed in effetti ne vale la pena!

Il primo che visitiamo si chiama il giardino dell’amministratore umile ed è davvero molto suggestivo… L’antico proprietario della casa, un burocrate della dinastia dei Ming, creò il giardino nel 1509 per avere un luogo tranquillo e sereno dove trascorrere la sua vecchiaia. L’area ricoperta è vastissima e confina con un altro giardino costruito più o meno nello stesso periodo. Si sa, gli anni passano e le mode cambiano, ma l’erba del vicino era più verde anche nel millecinquecento, così, in un angolo del giardino, si possono notare successive costruzioni ai margini del muro di cinta tra i due giardini, che miravano a costruire un edificio più alto di quello del vicino!

Il giro prosegue tra percorsi che salgono e scendono vicino ai corsi d’acqua, pagode, ninfee, e uno speciale piccolo edificio con due “pouff” di pietra chiamato la panchina dell’amore.

Finito il giro nel giardino ci portano alla fabbrica della seta. Qui vediamo i bachi da seta ancora vivi e cicciotti, poveri loro.

Tutta la parte truce della faccenda viene saltata a pie pari, infatti passiamo dal locale dove si vede l’ambiente idilliaco con cui illudono i bachi con una vita senplice e felice, al locale dove ormai ci sono solo i bozzoli immersi nelle vaschette.

Con un movimento che ha del magico le operatrici riescono a estrarre il capo filo del bozzolo agitando una spazzolina nell’acqua… Mettono insieme quattro o cinque capi sul macchinario e questo comincia a girare srotolandoli. Vengono creati tanti rotoli di filo che saranno usati per copriletti, giacche, vestiti, ah si vorrei tanto un vestito cinese!

Nel salone successivo vediamo qualcosa di molto simile a ciò che avevamo visto nella stradina del paesino sulle sponde del foume Li. I bozzoli vengono tirati a mano in due o tre strutture a ferro di cavallo via via più grandi. Infine vengono presi ai 4 lati da 4 signore che si allontanano tra loro fino a stendere un bozzolo unico su una superficie di un piumino matrimoniale! Incredibile quanto si estendano, sembra di avere a che fare con elastici!

L’ultimo salone è chiaramente quello di vendita, ci prendiamo un bel piumino che viene compresso a dovere e poi ci tuffiamo alla ricerca di un vestitino… Mah… ehm… come dire… Non lo trovo! Non perché non ce ne siano di belli quanto piuttosto perché non mi stanno 0_0 Per gli standard cinesi ho i fianchi troppo grossi, quindi la taglia larga mi va bene sui fianchi ma è troppo larga di spalle e bacino, la misura media mi sta bene dai fianchi in su ma la cerniera rimane aperta e della misura piccola non parliamo nemmeno. Ohibò! Non mi resta che ripiegare su una camicia!

Da quando siamo qui abbiamo sempre pranzato in bei posti, più o meno con la stessa modalità : tavolo rotondo con ruota centrale che gira per permettere a tutti di mangiare tutte le diverse portate ordinate. Non è come da noi che ognuno ordina un piatto per se… Qui si ordina per tutti e tutti mangiano dagli stessi piatti con le bacchette!
Oggi siamo in una struttura particolare, una casa da the!

Lavoratissimi scaffali in legno separano i vari ambienti interni ed una larga finestra vicina al nostro tavolo si affaccia verso il canale. Ci troviamo nella parte vecchia di Suzhou e non ci sono solo i negozietti per turisti con cinesine intente a far finta di ricamare quadretti fatti invece in serie… Ci sono anche famiglie con le loro barchette attraccate al terrazzino di casa dove c’è già qualcuno che sta facendo il bucato con l’acqua del canale (ugh!) e giocando con i bimbi.

Giornata piena oggi! Ci aspetta un altro giardino! Molto bello pure questo anche se è più evidente la separazione dei locali tra uomini e donne… Alle donne chiaramente era riservato il piano superiore mentre gli uomini potevano liberamente scorrazzare al piano di sotto e per tutto il giardino!

La sosta non dura molto e ci allontaniamo da Suzhou per visitare due villaggi: Tungli e Luci.
Sono due villaggi come quello in cui è nata la nostra guida che ci ha detto che Suzhou, quando era piccolo, era tutta così. Piccole case affacciate sui canali e vicoli stretti che percorreva per andare a scuola.

Ci sono ancora i vecchi pescatori con i cormorani.
Su uno dei vari ponticelli notiamo un ragazzo che ci fotografa, quali rari e bellissimi occidentali dagli occhi grandi, così ci mettiamo in posa… E poi fotografiamo lui! 🙂

Non ci resta che fotografare infine il gran caos che regna nelle strade carrabili di questi posti: tra macchine moto carretti e passeggini non ce n’è uno che segua il suo percorso giusto!

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