Piazza Tienanmen

Ore 5:00 sveglia! Stiamo arrivando in Cina! Sullo schermo che ognuno di noi ha davanti a se, incastonato nel sedile di fronte, possiamo vedere scorrere una landa desolata che supponiamo sia il deserto del Gobi. Interessante! Ma in effetti forse potrebbe essere anche qualche altra cosa perché la telecamera posta sotto il muso dell’aereo e che sta alimentando le immagini probabilmente ha qualche problemino … Ieri sera, dopo il decollo, mi stavo entusiasmando perché secondo me mostrava le stelle nel cielo scuro e stavo riuscendo a sopire la voce che mi diceva che le stelle avrebbero dovuto essere sopra di noi e non sotto, quando Umberto mi ha fatto notare che erano ferme e che probabilmente si trattava di pixel bruciati nel sensore della telecamera …

Ore 6:40 dopo il fantastico brunch offerto da Air China ormai stiamo per atterrare ed è meglio correggere l’ora, così saltiamo in un balzo all’una e quaranta del pomeriggio.

Ore 6:45 dopo una notte passata a combattere contro la testa che continuava a rotolare via dalla testiera della poltrona, Umberto scopre che il lato si poteva piegare verso l’interno. Io invece ho dormito abbastanza bene: mi sono accoccolata, o accasciata, a seconda dei punti di vista, sul vassoio portavivande e li sono rimasta. Umberto dice che il signore accanto a me l’ha trovata una bella idea, ma nonostante i suoi sforzi non è riuscito ad incastrarsi e credo abbia rimediato solo un po’ di torcicollo. Una volta tanto l’essere piccoli di statura mostra dei vantaggi!

L’aeroporto di Pechino è enorme. Ma enorme sul serio. Passiamo dieci minuti a passeggiare tra un tapis roulant e l’altro, poi arriviamo ai controlli. Ci fotografano con quello che assomiglia ad un ipad e confrontano la foto con quella del passaporto: a me non piaceva molto ma, affiancandola alla mia faccia dopo un giorno per aeroporti e 6 ore di sonno in aereo, effettivamente mi trovo a rivalutarla un pelo.
Dopo altri tapis roulant ed un trenino, finalmente raggiungiamo l’uscita dell’aeroporto dove incontriamo la guida ed i nostri compagni di viaggio. Evviva! Comincia la vacanza da turista coccolato!

L’aeroporto ci è sembrato enorme ma in effetti è proporzionato alle dimensioni di Pechino: 19 milioni di abitanti … Se a Genova siamo in seicentomila, a Roma sono in due milioni e mezzo , a Berlino tre e mezzo e ci sembra già una città gigante … a Pechino vivono diciannove milioni e a Shanghai ventitré. Assolutamente fuori misura. Decisamente non a misura di uomo. Ormai non usano più le biciclette perché se ti capita di dover andare a lavorare dall’altra parte della città rischi di arrivarci vecchio … La città è divisa in ring e la tangenziale più nuova ed esterna che hanno costruito ha una circonferenza di centotrenta chilometri, tanto per dare un’idea.

Prima tappa della giornata: ristorante cinese. Se abbiamo sempre pensato che i ristoranti cinesi in Italia avessero l’aspetto troppo tarocco o colorato o sbrilluccicante per essere considerati veraci, ci sbagliavamo.

Questo qui potrebbe essere tranquillamente a Genova. Soprattutto l’interno perché ci sono dipinti su carta di riso, statuette di draghi in finto oro e quadri che ritraggono le Alpi.
Mi sa che la nostra guida ci prende un po’ in giro perché sono le tre e minaccia di portarci a cena per le cinque e mezza …

Ancora un po’ intontiti dal viaggio, dal pranzo e da tutti questi numeri ci dirigiamo verso un luogo che tutti conoscono di nome: piazza 2. Epperò è il nome sbagliato ! Si chiama piazza del popolo! Tienanmen in realtà è il nome della porta di ingresso alla città proibita e significa”Porta della pace celeste”.

La piazza sarebbe grandissima ma non si nota più di tanto perché proprio in mezzo hanno costruito il mausoleo di Mao. Ma quello che fa impressione, secondo me, sono i due enormi megaschermi che trasmettono ininterrottamente spot che mi ricordano tanto quelli dell’istituto Luce.

L’altra cosa buffa della piazza, a parte le guardie bambino che stanno impettite più che altro per rientrare nell’ombra dei lampioni, sono gli altri turisti cinesi e coreani. Mentre noi facciamo foto al mausoleo di Mao (chiuso perché faceva brutto pensare che Mao fosse morto), al “Museo nazionale cinese” (chiuso perché non è un museo), alcune ragazze fotografano noi! Si avvicinano piano piano, fanno finta di voler immortalare uno sfondo erudito, poi tirano fuori un’espressione da fumetto, click e vanno via ridendo.
???
Il punto è che qui siamo noi gli stranieri, siamo alti (non parlo per me) abbiamo i capelli ricci (parlo per me), gli occhi ed il naso grosso e confronto a loro siamo ciccioni. Ma con tutta l’attenzione che ci riservano ci sembra di essere delle star 😅

Tempo di guardarsi un po’ in giro ed è ora di tornare in albergo dove finalmente potremo dormire in posizione orizzontale! L’albergo è super ma … abbiamo una stanza con due letti separati, non lo sanno che siamo in viaggio di nozze?

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