Il tempio del cielo

Stamattina abbiamo qualche ora libera per le nostre scorribande personali, così decidiamo di bissare la visita del supermercato dell’altra sera con una visita ad un altro supermercato, anzi centro commerciale, anzi, quartiere commerciale … si perché se ormai non fanno tutto in grande non sono contenti.
L’altra sera ci siamo accontentati di attraversare la strada per visitare il vicino market, ma stavolta facciamo le cose in grande: ci armiamo di enorme ed incondizionata fiducia e chiediamo al receptionist dell’albergo di scrivere il nome del più vicino centro commerciale su un biglietto. L’impresa scivola via abbastanza facilmente e ci avviciniamo alla strada con il nostro scarabocchio sul foglietto. La tassista che ci raccoglie legge lo scarabocchio, sorride (ahimè) e parte. Dieci minuti dopo, ovvero lo stesso tempo che l’altro ieri sera avevamo impiegato ad attraversare la strada, arriviamo al centro che però è chiuso. Sono le nove e 5 minuti e notiamo un gruppetto di persone in attesa davanti alle porte, così decidiamo di aspettare.
C’è una strana frenesia intorno all’edificio, i commessi sono tutti tirati a lucido, impettiti e luccicanti peggio che per una visita militare … ad un certo punto arriva un fotografo, un cameraman ed un drappello di persone che si mette in posa davanti alla statua totem del centro che è … indovinate? Si! Un drago!

Inizialmente il cameraman si sofferma parecchio sugli unici occidentali presenti all’evento, noi, poi giustamente si concentra su … sull’alzabandiera! Ci sono tre commesse/soldatesse e tre bandiere: la bandiera cinese, che si attorciglia al palo poco dopo, una bandiera sconosciuta e la bandiera della Cuiwei Tower (ovvero il centro commerciale) … Non ho mai visto un alzabandiera militare, ma sembra che qui ci tengano molto e la situazione è abbastanza ridicola: un manipolo di persone raccattate per strada che sorridono sotto il drago, un paio di dirigenti in giacca e cravatta e poi questa tizia impettita che si avvicina al palo con la bandiera arrotolata, la attacca alla corda e con un scenografico gesto della mano la lancia a sventolare in alto verso il sole splendente nel cielo …

Una volta completata la cerimonia di apertura possiamo finalmente entrare, ma questo posto ci ha già dato il meglio fuori. Piuttosto dobbiamo affrettarci a trovare un altro taxi, mostrare il biglietto dell’albergo, constatare che ci siamo seduti sul sedile posteriore mentre qui usa sedersi di fianco all’autista, ed infine pagare 12 yuan, ovvero poco più di un euro per una corsa di dieci minuti (quasi tutti di coda).

La visita di stamattina è un posto che mi sarebbe piaciuto vedere il primo giorno, per entrare subito nel vivo dell’antica atmosfera cinese: il tempio del Cielo. Con un vasto parco che lo isola dalla bolgia della pechino moderna, ci dona l’impressione di essere dei piccoli esploratori che riscoprono un’area sacra agli imperatori di centinaia di anni fa. I cinesi erano allora convinti che il cielo fosse rotondo e la terra quadrata. Ignorando gli evidenti problemi che avrebbero dovuto avere chi abitava i quattro angoli della terra, i cinesi hanno basato la loro scienza architettonica su questa certezza. Tutti gli edifici per i comuni cittadini e persino per l’imperatore sono a base quadrata, come la terra, mentre gli edifici destinati al culto del cielo e degli imperatori “illuminati” sono a base tonda, come appunto il tempio del cielo.

In questo luogo l’imperatore doveva compiere un percorso prestabilito e complicatissimo, in cui il minimo sbaglio avrebbe presagito un pessimo anno per tutta la nazione … Innanzitutto doveva salire su un’arena tonda circondata da tre anelli di scale e declamare una preghiera proprio in mezzo, dove c’era e c’è ancora una forte sensazione di eco. … e se l’abbiamo sentita oggi in mezzo a tanti altri gruppi vocianti, possiamo immaginare che, essendoci una sola persona, l’eco doveva essere davvero potente.

Dopo la declamazione l’imperatore passava un paio di giorni solo soletto in un cortile dal muro circolare. Qui sopperiva alla mancanza dei mille eunuchi e soprattutto delle tremila concubine giocando un po’ con l’eco. C’è infatti un punto in cui si sente l’eco una volta sola (al centro del cortile), due volte (un po’ più in la), e tre volte (ancora un po’ più in la). Inoltre, ma questo era abbastanza inutile ad un imperatore solo, posizionandosi lungo il muro si dice che si possa sentire tutto quello che dice una persona che parla da qualsiasi altra parte lungo il muro. Povero. Magari, parlando forte, cercava di farsi compagnia da solo.

Una volta purificato a dovere, finalmente poteva oltrepassare la porta, percorrere un altro po’ di strada dritta e trovarsi davanti al maestoso tempio del cielo. L’edificio è ovviamente a base tonda ed essendo la residenza dell’imperatore illuminato, ha tre tetti blu cielo, uno in più rispetto a quello dell’imperatore vivente nella città proibita. E’ sorretto da enormi colonne costituite ciascuna da un enorme tronco di un albero che sarà stato ancora più enorme. Ovviamente anche qui i numeri hanno grande importanza, perché ci sono 4 colonne interne, una per ogni stagione, le colonne che sorreggono il tetto sono in due gruppi ognuno da dodici colonne, come i mesi dell’anno ed in tutto fanno 24 come le ore del giorno. Narra la leggenda che a causa di un terremoto il tempio si sia attorcigliato su se stesso come un mazzetto di bastoncini da mikado tenuti insieme da uno spago, e che un successivo terremoto l’abbia rimesso in sesto come nuovo. Sarà …

Usciti dal tempio la guida ci propone di assaggiare qualcosa di particolare nella casa da the li vicino e noi accettiamo contenti. Ci fanno sedere tutti assieme ad un lungo tavolo e ci distribuiscono due minuscole tazzine su un minuscolo vassoio. Ma allora quel piccolo set da the che mi avevano portato anni fa dalla Cina non era un set per bambole, qui lo usano per la degustazione!!!

Cercando di non trangugiare per la fame tutte le arachidi che ci mettono davanti, cerco di impegnarmi a stare attenta durante la spiegazione che ci stanno facendo … Oggi avremo la possibilità di assaggiare ben cinque tipi di the. A quanto pare la minuscola tazzina va tenuta con tre dita: pollice, indice e medio sotto. L’anulare ed il mignolo vanno tenuti su per le ragazze e giù per gli uomini. Importantissimo è poi bere tutto il the in soli tre sorsi. Ovviamente ogni sorso simboleggia qualcosa ma, ahimè, probabilmente mentre lo diceva ero più attenta a mangiare le arachidi.

Ogni the che ci fanno assaggiare ha le sue caratteristiche miracolose, per esempio il the al ginseng va bene per la memoria, l’energia e previene qualsiasi tipo di problema ai reni. Il the Pu’er è buono per perdere peso, per abbassare la pressione, per il colesterolo ed il diabete, il the al gelsomino fa dormire e fa passare il mal di testa, il the verde snebbia la mente e previene il cancro, ma direi che il massimo si raggiunge con il the Litchi che risolve l’anemia e fa una cosa che non si sarebbe creduta con il the caldo: riscalda lo stomaco.

Rimaniamo piuttosto colpiti dalla versione concentrata del the: un dischetto di foglie compresse che costa tantissimo e si usa un pezzettino alla volta e da un the formato pallina che si scioglie a contatto con l’acqua calda, rivelando uno splendido fiore. Anche qui non possiamo fare a meno di comprare una tazzina con il disegno di un drago che cambia colore quando vi si versa il the caldo, una scatolina con le palline di the col fiore e due pee-pee boy … una bambolina che a contatto con l’acqua calda fa pipì … qualche centimetro se l’acqua è tiepida, più di due metri se è bollente a novanta gradi!

Usciti dalla sala da the la nostra guida comincia a sudare freddo perché dobbiamo ancora pranzare e riuscire a vedere il tempio dei Lama, ma abbiamo poco tempo perché il tempio è ancora in funzione ed i monaci chiudono alle quattro e mezza!

In qualche modo riusciamo a fare in tempo ed entriamo ma mentre visitiamo le sale c’è sempre qualcuno che ci insegue chiudendo le porte alle nostre spalle … Volendo vedere il lato positivo, questo ci permette di scorgere il lato quotidiano della vita del tempio: i monaci che spengono gli incensi, i guardiani che chiudono i battenti dei vari padiglioni e che controllano che nessun turista si sia infilato tra una colonna e l’altra per grattare via l’oro dalle statue dei Buddha … In un padiglione quasi ci chiudono dentro ma per fortuna riusciamo a veder la cosa più spettacolare del tempio: una enorme statua di Buddha intagliata in un unico pezzo di legno di sandalo. E’ alta 28 metri e larga sei, dalle braccia pendono lunghe strisce di stoffa colorata e piace tantissimo a tutti.

Con questa ultima immagine di Pechino ci dirigiamo verso l’aeroporto perché stasera ci aspetta Xi’an, che si pronuncia Sci-àn ed è l’antica antica antica capitale Cinese. Quali fantastiche avventure ci aspetteranno in questo mondo perduto? Qualunque esse siano saranno rinviate di almeno due ore, visto che l’aereo è in ritardo …

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